Scuole di Psicoterapia: Di che ritmo sei?

Luciano Rispoli espone tre diversi casi in cui il Controllo prende il sopravvento in modo eccessivo e i possibili interventi per recuperare il Benessere profondo.


PRIMO CASO)

Il Controllo è diventato troppo forte, è diventato una morsa. Si ha troppa preoccupazione di non fare le cose bene. Quando il Controllo è esagerato diventa meno efficace, è logorato. Non ci si riesce più a concentrare, a capire, a leggere, a riflettere. Lo stress nasce dal fatto che l’organismo non si disattiva quando il compito da affrontare è terminato.

Vi è un’eccessiva presenza di Cortisolo e Prolattina, che a lungo andare mandano l’organismo in tilt. E di qui l’incapacità a fare le cose che prima si riuscivano a fare.

Bisogna recuperare il Benessere profondo, il saper Lasciare completamente le tensioni.

1) Massaggi molto intensi e profondi specie nella regione del collo e delle spalle.

2) Bagni caldi, fortemente rilassanti.

3) Farsi dare coccole e darsi coccole. Pause frequenti anche per pochi minuti con grandi sospirosi sonori e sbadigli.

4) Immaginazione guidata “Corpo piccolo su corpo grande”

<<Respiriamo. Ad ogni respiro il nostro corpo diviene un poco più piccolo. Noi ci rimpiccioliamo sempre di più, sempre di più. Fino alla dimensione di poter entrare in una mano. Immaginiamo questo nostro corpo piccolo piccolo vicino al nostro corpo disteso grande grande. Saliamo sul corpo grande, noi piccoli piccoli e ci mettiamo sulla sua pancia. Ci accucciamo, ci accoccoliamo sulla pancia, sentendo il respiro che la solleva e l’abbassa lentamente. Come stiamo sulla pancia del corpo grande grande? Che emozioni ci arrivano? Stiamo un poco su questa pancia morbida, senza dover fare niente altro che starcene lì, e sentire le nostre sensazioni. Sentirci piccoli e accolti. Stiamo ancora un poco in contatto prima di lasciare definitivamente il corpo grande. Ancora un poco. Poi, dolcemente, ci lasciamo scivolare giù sino a terra; e una volta a terra, ci sdraiamo affianco al corpo grande grande, fianco a fianco. Noi, piccoli piccoli, spalla a spalla al corpo grande grande. Poi, un sospiro profondo profondo, ritorniamo grandi.>> 

SECONDO CASO)

I pensieri non ci abbandonano mai, la mente gira a mille, i pensieri ritornano ripetitivi, come continui rimuginii. I pensieri ci fanno quasi “scoppiare”. Il Controllo è ferreo ed eccessivo.

Vi è insoddisfazione di se stessi e di quello che si riesce a fare: la vita non dà piacere.

C’è scarsità di Dopamina, il neurotrasmettitore del piacere.

1) Piccole “esplosioni” possono essere molto utili e non sono pericolose.

  1. a) Dare pugni con movimenti ampi delle braccia che partono dall’alto (sopra la testa e un po’ all’indietro), stando seduti davanti ad un lettino. Inspirare alzando le braccia lentamente e poi battere i pugni con forza e voce piena sul materasso accompagnandoli con tutto il corpo.
  2. b) Fare delle piccole corse con una elevata accelerazione, eseguire dei movimenti rapidi come “guizzi”, dei saltelli, delle brevi ma rapide piroette, senza pensare, facendo uscire un po’ di voce (per non trattenere dentro), cercando di perdere il Controllo quasi completamente.

2) Fare qualcosa che ci dà un grande senso di piacere fisico.

3) Una serata di ballo scatenato muovendo anche la testa al ritmo della musica, senza pensare minimamente ai passi da fare ai gesti da compiere, senza Controllo.

4) Realizzare un desiderio sessuale un po’ fuori dal comune lasciandosi andare completamente una volta tanto, con un pizzico di follia e trasgressione piacevoli.

TERZO CASO)

Difficoltà a “stare”, a godersi il piacere dell’aspettare, del momento di ozio. Le sensazioni interne piacevoli sono troppo scarse e basse, e l’azione, mettendo in moto Adrenalina, fornisce sensazioni sostitutive.

Siamo stati troppo sollecitati, a partire da quando eravamo bambini, con continue stimolazioni. E oggi le stimolazioni continuano eccessive costringendoci a muoverci.

1) fare respirazioni molto molto intense, per una ventina di minuti (non temere se gira un po’m la testa) e stare ad osservare, a sentire le sensazioni interne al proprio corpo.

2) Guardare un panorama a lungo, scoprendone con piacere tutti i dettagli, i colori, le forme, e i nostri sentimenti, le sensazioni che suscita in noi.

3) Progettare con l’immaginazione, a occhi chiusi, il proprio ritorno a casa (dalla persona cara che ci attende) una sera: che gesti fare, cosa dire che espressione del volto assumere, per dare un impatto positivo alla persona cara (il figlio, il marito, la moglie, ecc.), per sorprenderla positivamente con tenerezza e calore (invece di riversare a casa le proprie lamentele e i cattivi umori).

Aggiustare più volte il progetto nella propria mente (immaginandone l’impatto, l’efficacia, gli effetti che può produrre) sino a che sia veramente soddisfacente. E poi realizzarlo concretamente ed esattamente così come lo si è pensato.