Psicoterapia: L’importanza dell’unitarietà mente-corpo.

Convegno: “La Psiconeuroendocrinoimmunologia per il rinnovamento della Psichiatria e della Psicoterapia”, 2016.

di Luciano Rispoli, Fondatore della Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia Funzionale.


La sensazione che maggiormente girava nel Convegno della Società di Psiconeuroendocrinoimmunologia a Roma nello scorso ottobre (a parte alcune eccezioni) era di potersi riconoscere negli interventi degli altri, di poterli condividere, di essere all’interno di un modo di pensare che poteva essere comune, un modo di pensare che sembra destinato a creare un importante e solido network. Questa  stessa intensa e gratificante sensazione era stata presente in modo molto chiaro e forte nei primi due Congressi del Neo-Funzionalismo: forse lì con una maggiore sfumatura di qualcosa che era all’avanguardia, un po’ avanti nei tempi.  In ogni caso, è stato molto gratificante rilevare che quello che avevo creato in anni di studio e di ricerche veniva confermato dai vari interventi in campi che, anche con ottiche molto diverse (immunologia, epigenetica, fisiologia, endocrinologia), non possono che essere considerati affini alla scienza della psicoterapia e della psicologia evolutiva, collegati da profonde linee di integrazione. In altre parole, il pensiero e le teorie del Neo-Funzionalismo non solo ricevevano un riconoscimento evidente, ma indicavano che la strada intrapresa (peraltro da tempo) era quella giusta e feconda, e che su questa strada il Neo-Funzionalismo era senz’altro tra le posizioni più avanzate. 

Ma l’importante era che dal Convegno risultava chiaro che sempre più ricerche e scoperte in campi differenti, ma collegati al funzionamento dell’essere umano, vanno convergendo verso delle concezioni che sono come punti di non ritorno, acquisizioni che collegano vari saperi e che sanciscono come sia importante guardare alla persona nella sua unitarietà mente-corpo. 

Oggi, però, non è più sufficiente parlare di integrazione mente-corpo (fatto ormai evidente e accertato) ma bisogna capire realmente in che modo sono integrati i vari Sistemi che costituiscono la persona nella sua interezza. E bisogna comprendere quali sono gli effetti su tutti i Sistemi quando si agisce su uno di essi; e anche come intervenire sinergicamente il più possibile su tutti i Sistemi se si vogliono superare le fratture che le l’ammalarsi genera tra di essi, alfine di ottenere risultati più efficaci, mirati e precisi nella lotta alle patologie, nella lotta per la salute e il benessere. Tutto questo, le nuove scoperte e le integrazioni tra Sistemi del Sé e tra varie discipline scientifiche, non può non avere influenze importanti e profonde sulla scienza della psicoterapia.  La domanda che ci è stata posta alla Tavola Rotonda del convegno era forte e chiara: alla luce di scoperte e ricerche che vanno convergendo e intrecciandosi sempre di più, è possibile finalmente superare le barriere e le divisioni tra campi e approcci di psicoterapia differenti, e giungere a un quadro di riferimento comune? Noi da tempo sosteniamo che è possibile e indispensabile; da tempo io mi spendo per far comprendere che i differenti autori nel campo della psicoterapia hanno di fatto focalizzato l’attenzione volta per volta su aspetti differenti della persona e della relazione terapeutica, e che perciò non esistono tante psicoterapie come tanti campicelli a sé stanti. Il cammino delle scienze che riguardano l’uomo ce l’hanno hanno fatto capire: per curare la psiche (la persona) non possono esistere teorie differenti, o addirittura contrapposte.

La psicoterapia è una scienza che si è andata man mano evolvendo con il contributo di tantissimi autori e studiosi. Ma con le scoperte via via realizzate dalle altre discipline scientifiche, con l’avanzare delle metodologie e degli strumenti di ricerca, molti vecchi concetti dovevano essere abbandonati e sostituiti, così come altri continuano a rivelarsi validi e non disconfermati. 

E’ più che maturo, dunque, il momento di cooperare insieme, nella cura e nella difesa della salute (ovviamente ciascuna figura a partire dalla propria competenza e professionalità) per qualcosa che è molto più di una contaminazione (come si diceva anni fa): una vera e propria integrazione feconda dei saperi.  E in questa stessa direzione devono spendere i loro sforzi i vari modelli di psicoterapia, le varie scuole, i vari approcci, assumendo come presupposto di fondo lo studio del processo terapeutico come processo scientifico che sottende ogni intervento, al di là del soggettivismo, al di là delle situazioni singole e dei differenti paradigmi: ciò che io ho chiamato la narrazione scientifica della terapia che è altra cosa dalla narrazione storica (ovverossia l’unicità di quella particolare situazione); narrazione scientifica che costituisce l’ossatura di un processo terapeutico, le leggi scientifiche che consentono il cambiamento, e che sono uguali al di là di singole tecniche o di concezioni che si possono rilevare parziali e limitate. 

Ed è in questa direzione che si muove da tempo il Neo-Funzionalismo, e che io sto rivolgendo i miei studi e le mie ricerche: e cioè comprendere cosa accade veramente durante la psicoterapia, come avviene il cambiamento e quali sono i fattori di cambiamento che appaiono validi e corretti. Ma anche scoprire sempre più chiaramente come funzionano e interagiscono tra di loro, nella cura e nella prevenzione, i vari Sistemi Integrati dell’organismo umano (il sistema cognitivo, l’emotivo, il sistema nervoso centrale, il sistema neurovegetativo, il sistema endocrino, l’immunitario, e, non per ultimo di importanza, il sistema senso-motorio) per una sfida alla complessità oggi sempre più possibile.