Luciano Rispoli psicologo: Wilhelm Reich 30 anni dopo.

in “Quaderni della Scuola Europea di Vegetoterapia e Psicoterapia Corporea” – Napoli, 1987.

Trenta anni dopo il Simposio internazionale Wilhelm Reich “Storia di una rimozione”, allievi e collaboratori di Reich, la figlia Eva, psicologi, psicoanalisti, ricercatori, medici, biologi, psicoterapeuti provenienti da paesi di tutto il mondo si sono per la prima volta riuniti insieme a Napoli, sede del Centro Studi Reich e della S.I.V., e hanno discusso a livello teorico e seminariale per 4 giorni.


 luciano rispoli psicologo whilehlm reich 

Ritrovare le condizioni essenziali per la salute psico-fisica è divenuta una necessità di primissima importanza. La vita si è andata “logorando” insieme al progresso tecnologico, nonostante i passi avanti compiuti da biologia e medicina in settori specifici.    Non è più possibile dilazionare il problema, perché gli attacchi che ci arrivano dall’ambiente stressante, dalle condizioni di vita impossibili, dagli agenti avvelenanti, dall’ansia e dalle angosce sono pericolosamente vicini ad una strada di non-ritorno.

Ma se vogliamo considerare la faccia più propositiva della medesima medaglia, possiamo dire che oggi la Scienza è sull’orlo di una svolta fondamentale rispetto al funzionamento bio-psichico dell’essere umano. Le scoperte sui sottili effetti della farmacologia tradizionale, le ricerche sulle delicate modificazioni genetiche e biomolecolari, gli studi sulle complesse strutture immunologiche vanno in questa direziono e permettono di accostarci sempre di più alle radici profonde delle alterazioni patologiche, in particolare a quelle manifestazioni degenerative della vita, che costituiscono il fantasma angoscioso della nostra epoca.. e il segno di disfunzioni allarmanti, quali sono il cancro o l’AIDS.

La Scienza, pur tra percorsi difficili e non privi di ripensamenti e contraddizioni, è arrivata finalmente, a comprendere la inscindibi1e unitarietà della persona, le profonde interrelazioni che connettono i vari piani di funzionamento, tra di loro e con l’ambiente circostante. Prendono sempre più piede i territori di frontiera tra una disciplina scientifica e l’altra, le “interfacce” tra i differenti modelli attraverso cui tentiamo di studiare una realtà così complessa e delicata. Ne consegue che oggi non è più pensabile una medicina che non tenga conto della psicologia, una psicologia che non utilizzi appieno l’apporto della biologia, e così via.

In questa direzione un contributo determinante è stato dato dal medico e psicoanalista austriaco Wilhelm Reich già negli anni ’20. Oggi, a 50 anni dalla sua morte, un Simposio Internazionale è stato organizzato dal Centro Studi Reich  di Napoli, dalla Società Italiana di Vegetoterapia e Psicoterapia corporea (S.I.V.) e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, dal titolo “Wilhelm Reich: storia di una rimozione”.

Si è cercato di illuminare e di fare il punto sull’opera di uno studioso che vide coalizzati contro di sé e le sue scoperte interessi economici e scientifici “ufficiali”; in un’epoca di angosce profonde, di sconvolgimenti tremendi, di conservatorismi reazionari quali quelli del nazismo in Germania e del maccartismo in America.

Allievi e collaboratori di Reich, la figlia Eva, psicologi, psicoanalisti, ricercatori, medici, biologi, psicoterapeuti provenienti da paesi di tutto il mondo si sono per la prima volta riuniti insieme a Napoli, sede del Centro Studi Reich e della S.I.V. (tra i più importanti Istituti di ricerca e di attività in questo settore), e ne hanno discusso a livello teorico e seminariale per 4 giorni.

Reich è tra quegli autori che per primi hanno aperto la strada alla comprensione della profonda unità delle componenti somatiche e psichiche dell’uomo, e da lui hanno avuto impulsi determinanti intere aree della ricerca scientifica, quali la psicosomatica, la biopsicologia, la psicofisiologia, oltre naturalmente a particolari settori della psicologia clinica.

Oggi il proseguire dei suoi studi vede realizzati ulteriori e notevoli passi in avanti.  Al di là di settori reichiani scientificamente irrilevanti, che si sono occupati solo di tecniche manipolatorie corporee, o di pedisseque applicazioni delle sue metodologie terapeutiche, i progressi hanno in generale permesso di costruire una teoria sistematica sullo strutturarsi della personalità, sulle interazioni mente-corpo, sul nascere delle alterazioni e dei disturbi sia fisici che psichici. In particolare proprio a Napoli al Centro Studi Reich (prima struttura reichiana in Italia, sorta 20 anni fa) abbiamo condotto una ricerca integrata tra il campo della psicologia clinica (connesso alla cura di pazienti, adulti e bambini, in condizioni individuali e gruppali) e lo studio diretto dell’infanzia attraverso l’osservazione e la pratica dell’Asilo Sperimentale e dei Laboratori di creatività espressiva.  

Abbiamo così potuto mettere a punto un Modello teorico complesso e sistematico del funzionamento psicofisico dell’uomo, della psicosomatica delle emozioni e delle relazioni, dei processi del Sé corporeo inteso come struttura generale di funzioni interconnesse, non limitate solo a quelle fisiche.  E’ una teoria che include gli eventi della crescita, dello sviluppò, dell’apprendimento, della complessificazione delle strutture, fino all’insorgere delle alterazioni patologiche.  E’ una teoria che ci può aiutare a capire meglio come sviluppare le nostre capacità di star bene, come e perché ci si ammala o si guarisce.

Certo molto si deve ancora fare in questa direzione, ma i risultati ottenuti sinora sono letteralmente strabilianti. Perciò è indispensabile che ci si muova presto e con adeguati mezzi, che si dia spazio a una ricerca interdisciplinare di grande respiro.

Il Simposio su Reich ha mostrato che non tutto deve essere affidato sempre e solo alle cure mediche o psicoterapeutiche, ma che moltissimo può essere fatto anche nelle strutture emozionali, sociali e relazionali nelle quali è intessuta la vita della persona (dalla nascita alla scuola,  alla famiglia, alle strutture di gruppo, ai servizi sociali e sanitari). Ora la parola passa ai politici, all’Università, alle strutture che governano la ricerca scientifica in Italia, perché si avviino Progetti, non solo di ulteriori ricerche e approfondimenti teorici, ma anche di immediate realizzazioni operative, magari a partire dall’Infanzia, così importante nell’equilibrio dell’essere umano e ancora così avvilita da violenze, sopraffazioni, ignoranza e disinteresse.