in “Quaderni Reichiani n. 1”.
La pubblicazione dei Quaderni Reichiani intende aprire un dibattito e un dialogo attuali e concreti sull’opera e sul pensiero di Wilhelm Reich, medico, biologo, psicoanalista. La tematica reichiana, infatti, con tutte le sue implicazioni sociali, politiche e biologiche, permette di approfondire un discorso la cui esigenza oggi, più o meno profondamente, è largamente sentita, un discorso interdisciplinare che evidenzi il contenuto ideologico della scienza in vista di una reale cultura alternativa.
Questo impostare la scienza sullo studio dell’uomo nel suo essere sociale e la fondazione materialistica della psicoanalisi, è ciò che Reich ha tentato di fare, anticipando di parecchi anni i lavori di Fromm e Marcuse e costituendo un chiaro riferimento per quanti oggi si accingono a questa non facile impresa.
Il discorso, quindi, coinvolge gli intellettuali come gli operai, gli psicologi come i « politici », ed è aperto alla collaborazione di quanti hanno preso o vanno prendendo coscienza della propria collocazione socio-culturale e della natura delle forze che determinano le condizioni storico-sociali. Queste forze non sono, come lo stesso Marx indica, unicamente i rapporti economici di produzione, ma anche quell’insieme di manifestazioni sia della coscienza, sia della sfera «inconscia», che dialetticamente interagiscono (tra di loro e con gli stessi rapporti economici) in una mutua e continua trasformazione. Perciò il nostro è un periodico di psico-sociologia e sessuo-economia, due campi di indagine — psicoanalisi applicata al campo sociale ed economia delle energie sessuali o vitali — che rispondono alle esigenze di quel discorso psicopolitico cui abbiamo accennato.
Affrontare questi problemi significa affrontare quello della liberazione dell’uomo, non con un discorso vago e generico, ma su basi reali e concrete. Così la lotta per l’emancipazione delle classi o delle categorie più sfruttate, la lotta per la libertà di espressione dell’infanzia e della donna, la lotta per un lavoro ed una scuola liberi, assumono un significato che, superando la pura emancipazione economica, ed utilizzando tutte le conoscenze anche sulle componenti emotive ed istintuali del comportamento umano, sviluppa ulteriormente il pensiero di Marx laddove questi affermava che la rivoluzione proletaria dovrà essere un cambiamento non solo della distribuzione del lavoro, ma del modo di lavoro, per la conversione dell’uomo alla sua esistenza « umana », cioè sociale.
Quando si rifiuta l’approccio di tipo mistico e meccanicistico bisogna, però, continuamente operare una critica ed un’autocritica sul modo di procedere, sulla propria collocazione, ecc. In questa ininterrotta verifica di realtà, basata su un’indagine non solo economica, politica e sociale, ma anche psicologica e biologica, si distingue appunto. l’approccio scientifico di tipo funzionalista, che rifiuta il puro economicismo come il puro psicologismo. Il meccanicista, dice Reich, non riesce ad armonizzare la «società» e l’« individuo» non perché non voglia, ma perché non può. Quindi egli sottolineerà o le esigenze della società o quelle dell’individuo. Pur sapendo che gli interessi di una collettività sono promossi dalla soddisfazione degli interessi dei suoi componenti e viceversa, il suo pensiero ed il suo modo di operare sono sempre concentrati sull’uno o sull’altro aspetto. Analogamente, il mistico vede una netta opposizione tra « religione» e «sessualità », mentre il funzionalista ricerca il principio comune alle due esperienze, che è la sensazione della natura all’interno del proprio organismo. In tal modo comprende l’origine della contraddizione che ne nacque allorquando furono represse le espressioni sessuali naturali, dando luogo all’antitesi sessualità = peccato, da una parte, e religione = assoluzione dall’altra. Si comprende dunque che portare avanti questo tipo di indagine, e stabilire delle connessioni tra «aree» culturali tradizionalmente separate sarà tanto più realizzabile quanto più numerosi e concreti saranno i contributi portati all’interno di questo dibattito e, poi, nella prassi medesima. Attualmente, abbiamo rapporti di collaborazione con il gruppo redazionale della rivista inglese « Energy and Chctracter », con il gruppo psicanalitico reichiano norvegese, facente capo al Dr. Ola Raknes, con il gruppo di medici orgonomisti di Tel Aviv, facente Capo al Dr. Walter Hoppe, con i gruppi psicoanalitici freudiani dissidenti come quello di Berlino, facenti capo al Dr. Gunter Ammon. Da questi collegamenti va sviluppandosi una serie di utilissimi scambi, di esperienze, di idee, di materiale, e di tale materiale potrà beneficiare anche questa pubblicazione. Lungi dall’essere un’affermazione di soddisfazione per quanto fatto fino ad ora, la nostra è solo la coscienza di aver dato inizio ad un lavoro (peraltro da più parti intrapreso e nato dalla maturazione di una profonda esigenza), lavoro che richiede partecipazione ed interesse sempre crescenti e su cui vanno convergendo dialetticamente gli interessi dei « politici» da una parte e degli «scienziati» dall’altra. E’ perciò che la collaborazione è aperta ed è anzi richiesta a chiunque, come Reich e noi, ritenga che:l’amore, il lavoro e la conoscenza sono le fonti della vita; esse dovrebbero anche governarla.