Luciano Rispoli psicologo: La Psicologia Funzionale o Funzionalismo Moderno.

in Salutare, n. 48, pp.31, www.psicologi-italia.it, 2008.

La Psicologia Funzionale si è sviluppata da una strada differente rispetto a quella del primo Funzionalismo della Scuola di Chicago poiché affonda le sue radici nella pratica clinica, nella diagnostica, nelle ricerche di tipo psicofisiologico, nell’analisi dei processi terapeutici, nello studio del bambino in età evolutiva.


Il Funzionalismo moderno nasce da studi, ricerche e teorizzazioni che abbracciano il paradigma della complessità e mantengono l’idea di un olismo di fondo, di una identità funzionale mente-corpo, sviluppandola in una cornice teorica e metodologica complessa e operativamente concreta che inquadra in modo scientificamente nuovo i risultati di tutte queste ricerche. Si tratta di una teoria complessiva del Sé, un primo tentativo di superare le limitazioni dei vari approcci clinici verso la costruzione di una teoria integrata ed unitaria. La psicoterapia Funzionale si caratterizza per una differente teoria del funzionamento mente-corpo: non più di tipo piramidale, con una mente che controlla tutto dall’alto, ma di tipo “circolare”, in cui tutti i vari piani psicocorporei contribuiscono in modo paritario alla complessa organizzazione dell’organismo.

I concetti innovativi della Psicologia Funzionale sono quelli di:

  1. Funzioni: si trovano sui 4 piani funzionali (Cognitivo – Simbolico; Emotivo; Posturale; Fisiologico) e compongono e rappresentano l’intero Sé;
  2. Esperienze Basilari del Sé (EBS): nelle quali si concretizzano i bisogni e le direttrici di sviluppo del bambino. Sono le Esperienze che, se supportate positivamente dall’ambiente, diventano Capacità di fondo della persona.

Il Sé può essere definito, dunque, come l’organizzazione di tutte le Funzioni dell’organismo visto nella sua interezza e globalità. In ogni Funzione è l’intera persona che si esprime e le Funzioni possono essere studiate in modo molto dettagliato esaminando le alterazioni generate nel corso degli anni in ciascun individuo. Ciò permette di intervenire in modo preciso e concreto per ricreare l’equilibrio armonico del Sé, riparare le alterazioni in atto su tutti i livelli Funzionali, e restituire, salute e benessere alla persona. Si tratta di un vero e proprio cambiamento epistemologico che permette di guardare in modo multidimensionale e complesso al funzionamento degli esseri umani, e a quello di altri organismi come le famiglie, i gruppi, le istituzioni.

Le Esperienze di Base del Sé (il potersi abbandonare all’altro, il poter stare, amare, nutrirsi, la forza calma, l’aggressività affettuosa, tenere e lasciare, e così via) sono i mattoni della vita, sono proprio quelle Esperienze che, se carenti, hanno poi bisogno di essere ricostruite in psicoterapia, per poter accedere a degli esiti differenti da quelli che si sono cristallizzati nella vita del paziente. E’ indispensabile cioè che, proprio in terapia, queste antiche Esperienze siano “ripercorse”; e ripercorse su tutti i piani del Sé (dall’emotivo al posturale, dai ricordi ai movimenti, dalle fantasie al neurovegetativo, ecc.). Nella terapia si può ritrovare una vera e propria “seconda occasione”, nella quale il paziente può finalmente interrompere i suoi cortocircuiti, appoggiarsi pienamente senza doversi preoccupare per l’altro, senza dover necessariamente “ricambiare”, senza dover tenere il filo degli avvenimenti. L’obiettivo della terapia, dunque, si è andato chiarendo e articolando sempre di più nella direzione di riaprire le Esperienze Fondamentali del Sé per raggiungere degli esiti “nuovi”, differenti da quelli che si erano cristallizzati nella vita del paziente. E’ indispensabile che queste Esperienze (laddove non è avvenuto) siano rese di nuovo gratificanti e nutrienti; bisogna trasformarne gli esiti antichi connotati negativamente; bisogna modificare le conseguenze delle vicende drammatiche che i pazienti hanno già vissuto nel loro sviluppo evolutivo: indifferenza, incomprensione, distacco, ostilità, sfiducia, freddezza nei propri confronti. Il pensiero Funzionale ha oggi introdotto criteri di grande chiarezza su come procedere in terapia e su come ottenere i cambiamenti e i risultati desiderati. Una psicoterapia che si voglia muovere su questi livelli di intensità non può esprimere tutta la sua efficacia se si limita a restare al di sopra del “controllo” e della vigilanza, ma il suo presupposto deve essere sempre quello di un raggiungere quelle zone interne del Sé, dove la persona sente e capisce al contempo, dove si riaprono emozioni e movimenti. E di lì poi si può procedere, attraverso un lavoro paziente e continuo, ad un allargamento di queste zone interne integrate e ad una riconnessione delle aree vicine in modo via via più esteso.

Il Funzionalismo si pone oggi, perciò, come altra grande area del pensiero scientifico e sociale, come un’area feconda di prospettive future.