Scuole di Psicoterapia: Atelier di teatro.

Luciano Rispoli, 1983.

Luciano Rispoli, psicologo e psicoterapeuta, propone una rappresentazione teatrale che permetta ai bambini di esprimere le proprie emozioni attraverso il teatro.


Il materiale di base:

  • alcuni sgabelli, meglio dei cubi di diverse altezze abbastanza solidi da poterci salire sopra;
  • un tappeto o qualche vecchia coperta per le cadute e le acrobazie; uno strumento a percussione (tamburello), dischi vari (marce,jazz,musica di balletti);
  • trucchi per il viso e materiale vario per la costruzione delle maschere o dei burattini;
  • stoffe di vario tipo e dimensioni;

PROGRAMMA

primo trimestre         basato particolarmente sulla messa a punto delle possibilità espressive del corpo;

secondo trimestre       riservato alla scoperta del gioco dramma­tico (interpretazione,movimento,composizione)

terzo trimestre           per la preparazione e montaggio dello spet­tacolo.

1°) trimestre  

RECITAZIONE TEATRALE

1)  Tono di voce ed espressione di emozioni.

Senza dire parole. O con una stessa frase

Rabbia

Allegria

Lamento

Schifo

Paura

Contentezza di incontro

Noia

Tenerezza.

Stupore

Fermezza.

Sofferenza

Rassegnazione

2)   Frequenza.

Parlare con ansia, velocemente.

Persona che ha fretta.

Parlare con calma.

Persona lenta, pigra.

Chi tiene a farsi capire e scandisce.

Chi non vuole sentire ragioni dall’altro.

Chi ripete con monotonia.

Chi parla tuttattaccato con lo stesso tono concitato.

Chi si deve interrompere frequentemente per la tosse e per il raffreddore.

3) Tipi caratteristici.

Il bambino. Il vecchietto. L’ubriaco. Il balbuziente. Il burbero. L’animale che parla. La persona che parla col naso (raf­freddore). Il tipo dalla voce rauca. La tipa acida in falsetto. Il tipo nervoso. Il tipo robot.

Far notare dei tipi ai bambini.

AZIONE TEATRALE

  • Concentrazione e condensazione sull’elemento chiave e comprensibile dell’azione.
  • L’azione coinvolge comunque tutti gli altri.
  • Condensazione del tempo.

I SCENA

12 rintocchi

I bambini della banda dell’albero dormono nelle loro case. Ma non tutti. Uno di loro sta andando a chiamare gli altri.

”Miao…miao” e Emma: “chi è, un gatto? No è il richiamo dei nostri amici. Dobbiamo vestirci.”

2 bambini si svegliano, si vestono, prendono il fagotto.

Emma “cosa c’è?”

Giordano “Abbiamo deciso di vederci ai solito posto di riunione.”

 Emma “Bene, andiamo a chiamare gli altri.”

STESSA SCENA

Lorenza “Allora, perchè ci avete chiamato?”

Giordano “Abbiamo deciso di vederci ai posto di riunione”.

Viola “Ma dov’è il posto di riunione?’

Giordano “Come,non ti ricordi? AI bosco dei 7 alberi.”

Emma “Bene, andiamo.”

Escono di scena a destra.

Rientrano.

Gufo.
Giordano “Che paura!”

Viola “Anche io ho un pò di paura.”

Lorenza “Ma ci siamo stati altre volte nei bosco dei 7 alberi.”

Emma “Ma non di notte.”

Marta (orsetto Bill) “Dove andate bambini?”

Spavento.

Tutti “Chi sei? Fatti vedere.”

Marta “Sono l’orsetto Bill.”

Viola “L’orsetto Bill?”

Giordano “ma chi ti conosce?”

Lorenza “Chi sei? Insomma..”

Marta “Come, non mi conoscete? Sono l’orsetto che fa le magie per i bambini.”

Emma “Vogliamo vedere

Lorenza “Si, facci vedere una magia.”

Marta “Allora scegliete Qualcosa da chiedere.”

Confabulano.

Viola “Abbiamo deciso che vogliamo un gelato.”

Marta “Abracadabra. Rosso e nero. Bala cabula, magica bù. Ecco il gelato che vuoi tu.”

Oohhh..

Emma “Davvero un gelato.”

Giordano “Proprio del gusto che piace a me.”

Emma “Faccene un’altra di magia.”

Tutti “Si un’altra, un’altra.”

Marta “Va bene, scegliete.”

Pss Pss Pss

Viola “Abbiamo deciso che vogliamo del fuoco per riscaldarci.”

Marta “Allontanatevi però. Abracadabra. Ulla cabalda, ecco una fiamma bella calda.”

Lorenza “Ah, ci voleva proprio un bel calduccio.”

Marta “Addio bambini, me ne vado.”

Giordano “No no non te ne andare. Ti prego, vogliamo un’altra magia.”

Marta “A Droposito, ma che ci fate nel bosco di notte?”
Giordano “Siamo scappati di casa perchè ci siamo arrabbiati coi nostri genitori e siamo venuti al nostro posto di riunione.”

Lorenza “Certo i nostri genitori non ci fanno mai fare quello che vogliamo.”
Viola “Ci fanno sempre fare i compiti appena a casa e non ci fanno uscire mai.”
Emma “Ci dicono sempre fai Questo, fai quello, stai ferma, stai buona

Giordano “Escono sempre la sera e ci lasciano a casa.”

Emma “Sono rosi. Litigano sempre e non ci capiscono mai.”

Lorenza “E al massimo ci comprano solo dei giocattoli.”

Viola “E ci dicono continuamente: E mangia E mangia.” “Ci fanno mangiare anche il pesce.”
Giordano “E poi non ci fanno saltare e gridare quando siamo a casa.”

Marta “Ah, ho capito. Farò una magia apposta per voi. Vi manderà nel
mondo alla rovescia. Coda di coccodrillo. Ali di pipistrello. Nel mondo dove andrete forse sarà più bello.”

Capriola. Si guardano intorno.

Giordano “Ma a me pare lo stesso mondo.”  

Tutti “Boh!”

Viola “Che freddo che fa, che freddo.”

Emma “Ma che fai?”

Viola “Non lo so, so solo che c’ho freddo.”

Lorenza “E forse perciò questo è un mondo alla rovescia.”

Viola “Andiamo dal giornalaio per vedere che si dice in questo mondo alla rovescia.”

Giornalaio “Volete cosa?”

Giordano “Vogliamo il “Corriere dei piccoli”.”

Giornalaio ““Piccoli dei Corriere” il tenete.”

Viola “Ma come parli?!”

Giornalaio “Normale parlo.”

Giordano “Ma non mi sembra normale.”

Giornalaio “Rovescese lingua è questa.”

Emna “Ma sono cose proprio da pazzi.”

Giordano “A me è venuta un po’ di fame. Ormai il sole è alto e sarà ora di pranzo”

Emma “Ma che fai?”

Lorenza “Non lo so. Fa caldo.”

Emma “Ma guarda un questo mondo alla rovescia. Ne succedono di tutti i colori.”

Giordano “Insomma, vogliamo andare al ristorante!”

Viola “ma tu pensi solo a mangiare?”

 Al ristorante. Si affacciano.

“Cameriere, cameriere! Mi porti un piatto vuoto.”

“Ecco il piatto vuoto”.

 “Cameriere, cameriere. Ecco il piatto pieno di spaghetti.”

“Ecco i soldo del conto e la mancia.”  

 Viola “Mi è passata completamente la fame. Andiamocene via.’

Tutti “Si, anche a me.”

Lorenza “Com’è passato in fretta il tempo. E’ quasi notte.”

Giordano “E’ vero, sembra che il tempo passa molto velocemente.”

Al rallentatore. Escono di scena.

Rientrano camminando normalmente.

Entra il saggetto.

Saggetto “Salve carini.”

Giordano “Chi sei?”

Saggetto “Sono il saggetto.”

Lorenza “Saggetto? Ma tu sembri il folletto.”

Saggettò “Io sono il saggetto. Siete voi i folli, io sono saggio.”

Ridono. 

Saggetto “Basta! Mi sono arrabbiato. Volevo solo dirvi che la strega Agata vi vuole vedere.”

Tutti “La strega Agata? E chi è la strega Agata?”

Coniglio razzo “Vi porto io dalla strega Agata!”

Emma “Ma insomma chi è la strega Agata!

Coniglio pazzo “E’ quella che mi ha trasformato in coniglio pazzo.”

Giordano “ E perchè?”

Coniglio p. “Ah. Io ero la fanciulla dei sette colori. Andavo in giro per il mondo a cogliere fiori per adornare il mio vestito colorato. Andavo nei giardini, nei prati,in montagna.
Rubavo i colori anche dal cielo e dalle nuvole. Poi arrivai un giorno nel giardino della strega Agata dove c’era la rosa più rosa che ci fosse. Ma la strega si arrabbiò a mi trasformò
in quest’essere ridicolo che vedete adesso.”

Giordano “Poveri:-io.”

Coniglio “Ma la storia non è finita qui. Io potrei ritornare la fanciulla di prima, ma c’è un motivo segreto per cui non posso farlo. Comunque seguitemi adesso.”

Escono sulla destra.

Agata (Gira il mestolo. Guarda il libro. ) “Dove ho messo le ali di pipistrello. .Ah si, si. Dunque,vediamo il libro che dice. Devo aggiungere polvere di acciughe. Ma dove l’andrà a prendere..va bé, fa niente, ci metterò…zampe di rana.

E com’é duro da girare. Ecco, nient’altro, solo mischiare.”

Entrano

Giordano ”Che paura.”

Lorenza “Che caverna tetra.”

Agata “Ah, siete arrivati finalmente.”

Giordano Perchè ci hai fatto chiamare?”

Agata. “Silenzio. Io sono la grande strega Agata.”

Viola “Si ma perchè ci hai fatto venire?”

Agata “Perchè..perchè..perchè..Perhè anche io sono dalla parte dei bambini. Io odio i genitori!”

Tutti “Evviva!”

Agata “Per festeggiarvi vi preparerà una bellissima torta e una buona cioccolata calda.” (E’ frenetica) “Coda dì lucertola, occhi di rinoceronte; e noi un poco della mia pozione.. Dev’essere pronta. Coda di roso.. Ali di pipistrello. Ecco la torta prelibata.
 
Esce un rospo.

Tutti “ Ma che hai combinato!”

Agata “Un momento, un momento. Adesso ci riprovo. Ho sbagliato formula, Coda di rana, lingua di lumaca, un errore ho fatto già, perciò torta eccoti qua!”

Esce una gallina.

Giordano “ma che hai combinato! Ma che strega sei?”

Agata (si mette a piangere) “Lo sapevo. Mi va tutto storto. Non mi va bene una magia.

Viola “Ma come mai? Perchè?”

Agata “Sapeste., quando io ero piccola…

CARTELLO

Madre “Agatina,. Agatina, Agatina..

Viola “Che c’è mamma?”

Madre “Agatina insomma, e vieni!”

Viola “Uffà!”

Madre “Hai studiato per ‘bene lo magio per diventare strega?”

Viola “Si mamma, le ho studiate.”

Madre “Vediamo allora. Dimmi la formula per trasformare i principi in rospi

Viola “Bisogna prendere..dunque..una zampa di topo e poi delle ali di..di..di zanzara.”
Madre “Ali di zanzara! !Agatina! Ma quella è un’altra formula! Ali di farfalla ci vogliono! Come te lo devo dire? Mi fai sempre disperare. Sei la mia disgrazia, peggio di Giamburrasca!”
Viola “Ma mamma, io il libro lo sto studiando ma non sono arrivata alla formula per trasformare i principi in rospi!.”

Madre “Non me la conti giusta. Stasera lo dirà a tuo padre stregone e si vedrà..si vedrà.”

Si spengono le luci. Si riaccendono.

Padre “Agatina, tua madre mi ha detto che non hai studiato le formule.

Viola. “Ma papà le ho studiate le formule, ti assicuro.”

Padre “Guarda che diventerai una fata buona se non studi le formule magiche.”

Viola “No papà, io non voglio diventare una fata buona, voglio essere una strega cattiva.”

Padre “Ma che strega e strega. Guarda che figlia mi doveva capitare, a me che ho sempre preso voti altissimi in cattivaggine. Vediamo se mi lasciano in pace. Se posso portare a termine la mia nuova scoperta. L’acqua che sporca. AH,Ah,Ah, chi l’userà non solo non si pulirà, ma diventerà più sporco di prima. Ah,Ah.

CARTELLONE

Agata “E così, anche se sono il disonore della famiglia, non potevo diventare una strega davvero cattiva.”

Tutti “Ohh..”

Agata “Ma è proprio dura! L’unico che mi aiuta è il Conigli pazzo. Una delle mie poche magie riuscite. Potrebbe ridiventare fanciulla perchè conosce la formula ma resta così, resta coniglio per farmi credere che io sono una brava strega.”

Giordano “Ah che sonno. Mi farei proprio una bella dormita.”

Emma “Sto pensando al mio lettuccio.”

Viola “Chissà che stanno facendo a casa i nostri genitori.”
Giordano “Mi piacerebbe proprio vederlo”

Lorenza “Stupidaggini, da qui è impossibile.”

Agata “Bò, non sono riuscita a farti una torta, ma questo., aspettate Guardate qua dentro nella sfera magica…vedrete un pezzo del vostro mondo, anche se un po’ deformato.

Luci spente e riaccese.

Marco (seduto davanti al televisore) “Accenderò la televisione. Si che bello, come ogni sera. Dai, guardiamola.

Luci spente. Accese.

Pubblicità

1) CYNAR – Marta

2)AMARISCHIA – Emma e Viola

3)SPRITE – Lorenza, Micol.

4)BIG BABOL –  Giordano

Gomma sul muro.

Viola con la valigia pesante, la poggia per terra. Mano sul muro.

Scena che non si toglie. La lascia sulla panchina.

Emma e Marta sciccose si siedono. Una non riesce ad alzarsi. Di riesce. La prende con la mano e la mette per terra. Giordano sta attaccato col piede. Micol col pallone. Non riesce ad alzare il pallone. Tira. Cade col culo per terra. La riattacca sul muro

Arriva il primo ragazzino e se la riprende in bocca.

Lorenza “Ma insomma questi genitori stanno sempre a vedere la televisione.

Giordano “Però questa pubblicità è proprio cretina.”

Viola “Poveri genitori!”

Giordano “Poveri noi!”

Emma “E’ proprio vero!”

Agata “Shh. Silenzio. Sento dei passi. Scappiamo.

Tutti corrono in tutte le direzioni urtandosi.

Entra Megera la strega.

Agata “Mio Dio mia cugina Megera!”

Tutti si fermano di botto.

 Megera “Ti ho scoperto sai! Volevi aiutare questi bambini scappati di casa. Ma non lo sai che noi streghe dobbiamo sempre are dalla parte dei genitori? Soprattutto dei genitori noiosi, antipatici e rompiscatole.”

Agata “Non ti impicciare. Vattene.”

Megera “Non mi fai paura. Non sei capace di magie cattive. Ma io si.
E vi farò vedere!”

Tutti “Noo, noo.” (indietreggiano lentamente.)

Megera “Cattiveria crudeltà, che delizia che bontà. Facciamo questa guerra, cadete tutti a terra.”

Crollano tutti. Megera se ne va.

Agata (agitata) “Mamma mia che ha fatto! Che è successo.. Aiuto aiuto”

Esce. Entra la papera.

Papera “Qua qua qua. Che vedo. Dei bambini sgonfiati come sacchi vuoti. 

Ora ci penso io. (li gonfia e loro si sgonfiano) Porca papera adesso li rigonfio. (li gonfia e si sgonfiano) Porca papera è tutto inutile.”

ENTRA LUCIANO

Luciano “Va bene ragazzi, questa scena è andata bene. Ora proviamo quella della notte. Sì, più lenti. Così. Facce e voce impauriti. Entra l’orsetto Bill. Vocina. Bene. Guardate sempre il pubblico. Sempre il pubblico.”

Viola “Certo, poichè questa non è una storia vera, ma solo una illusione una favola, una prova.

Tutti “E dal momento che è finita, è da questo rispettabile pubblico che aspettiamo gli applausi.”