Psicologia Funzionale: Proposta di Psicologia della Comunità.

Luciano Rispoli, 1984.


PREMESSA

La proposta della costituzione di una Divisione Regionale di Psicologia della Comunità è legittimata da numerose motivazioni di ordine generale e specifico.

Da una parte ritroviamo una situazione endemica di emergenza che permea le strutture socio-economiche di questa regione, aggravata dall’evento del terremoto che ha messo in maggiore evidenza le contraddizioni, le arretratezze e le carenze in tutti i settori. Tale situazione si riflette in un ritardo di sviluppo sia in senso più generale, che più specificamente a livello delle strutture sociosanitarie, e in particolare quelle attinenti la riforma sanitaria, all’interno della quale dovrebbe trovare collocazione non secondaria l’attività degli psicologi nei vari settori.

Dall’altra un ritardo nella definizione del ruolo e della figura professionale degli psicologi rende ancor più problematico l’inserimento di questi ultimi in un contesto di servizi sociali efficacemente operanti; un inserimento che non sia soltanto formale, ma operativamente significativo e produttivo.

OBIETTIVI

In relazione a tutto ciò riteniamo che la costituzione di una Divisione Regionale di Psicologia della Comunità possa, nei limiti delle proprie potenzialità, contribuire a:

  1. facilitare il costituirsi di un collegamento tra gli psicologi che operano sul territorio della Regione, per uno scambio utile e indispensabile di esperienze, problematiche e metodologie di intervento.
  2. sollecitare l’attuazione della riforma sanitaria e della realizzazione di tutti quei servizi sociali nell’ambito dei quali è prevista o può essere utile prevedere l’intervento degli psicologi.
  3. definire il ruolo e la figura professionale dello psicologo nei servizi territoriali sociosanitari, in una gestione degli stessi che colga le esigenze della Comunità.
  4. superare l’emergenza nel senso di avviare una programmazione organica a medio e a lungo termine, che coinvolga stabilmente le sedi istituzionali.
  5. definire operativamente e teoricamente la figura professionale dello psicologo in relazione alla preparazione e formazione sia universitaria che più generalmente istituzionale e in rapporto alle possibilità esistenti o da creare nella Regione Campania.

LINEE PROGRAMMATICHE

La Divisione Regionale di Psicologia della Comunità, in sede della sua costituzione, propone le seguenti linee programmatiche generali, da concretizzarsi di anno in anno in programmi specifici e dettagliati.

  1. Essere punto di intersezione e di scambio tra formulazioni teoriche sull’intervento dello psicologo da una parte, e le esperienze concrete di lavoro sul territorio e le attività sperimentali in strutture che favoriscano l’emergere delle potenzialità esistenti nella comunità dall’altra. In tal senso si ritengono significativi per la divisione contributi ed esperienze che ripropongano una visione interdisciplinare dell’intervento sul territorio, e problematiche che si riconnettano alla figura dello psicologo come operatore sociale.
  2. Costituire momento di passaggio dalle Teorizzazioni alla Progettualità, e collegarsi agli ambiti istituzionali a questo demandati (intervento con gli enti locali, Regione, Organizzazioni Culturali, ecc.).
  3. Difesa e sostegno della figura professionale dello psicologo nell’ambito regionale, secondo la definizione della legge nazionale, in stretto collegamento con la sezione regionale campana della SIPs.
  4. Possibilità di confronto reale tra esperienze ed attività degli psicologi che operano a livello di Comunità.
  5. Promozione di un interscambio tra l’attività dello psicologo e quella di tutti gli altri operatori che comunque intervengano sulle strutture territoriali e di comunità.

La divisione regionale in attesa di costituire gli organi regionali previsti dallo Statuto Nazionale, si dà come strumenti operativi:

  1. Un coordinamento regionale costituito da 5 tra soci proponenti che avrà funzione di indire le assemblee, presiedere alla pubblicazione del bollettino, curare i contatti con la segreteria nazionale della divisione, con il consiglio direttivo nazionale e regionale, curare che le attività programmatiche per il primo anno siano realizzate.
  2. Un bollettino di informazione.

PROPOSTA DI PROGRAMMA

  1. Organizzare incontri con altri operatori socio-sanitari per uno scambio continuo di idee e di esperienze. Trattando in primo luogo argomenti che coinvolgano il sociale e i temi della prevenzione primaria e secondaria.
  2. Curare i rapporti interpersonali con altre figure (insegnanti, medici generici, orientatori professionali, ecc.) per poter promuovere scambi di informazioni sulla realtà sociale e culturale nella quale operiamo.
  3. Promuovere indagini, ricerche, incontri che ci permettano di inserirci con più facilità nelle comunità, in modo che i nostri interventi vengano meglio accettati dalla popolazione.
  4. Sensibilizzare la pubblica opinione alle tematiche della psicologia di comunità stimolando il pluralismo culturale.
  5. Distribuire un bollettino che illustri le esperienze di ognuno di noi e i risultati ottenuti, in modo che vi sia continuità di informazioni e notizie tra i vari soci.
  6. Organizzare giornate di studio dove la psicologia abbia sì un ruolo centrale , ma senza per questo accantonare altri temi culturali di ordine più generale.
  7. Pubblicizzare le tematiche della psicologia di comunità in modo da trovare nuove aderenze e nuovi soci, così che la base del consenso sia più numerosa ed attiva.
  8. Promuovere seminari di studio per gli studenti di Psicologia della Regione Campania.