Scuola psicoterapia: Il modello del Sé corporeo.

Luciano Rispoli, 1987.

Il modello del Sè corporeo nella vegetoterapia carattero-analitica è un modello ricco e complesso che sappia scorgere, a più livelli, gli elementi patologici di sconnessione e di frattura sia tra le varie funzioni che costituiscono il Sé corporeo (non solo psiche e soma) sia all’interno di ciascuna funzione. 


Non è più possibile trascurare in psicologia clinica, e in particolare in psicoterapia, l’importanza di un fattore che gioca un ruolo fondamentale nella relazione terapeutica: il corpo. II corpo però non va pia inteso né in senso tradizionalmente medico o freddamente anatomico, né come descrizione meccanica dei suoi possibili funzionamenti. Devono venire analizzate invece le interazioni complesse tra il piano corporeo e quello psichico, soprattutto attraverso lo svilupparsi di movimenti ed emozioni che caratterizzano il funzionamento normale o patologico del comportamento e dell’espressività. Ne deriva la necessità che le tecniche psicoterapeutiche tengano conto del sistema-corpo come di un complesso insieme di funzioni che man mano vanno diversificandosi e specializzandosi. La lettura dei livelli in cui può essere visto il corpo in senso dinamico e allargato costituisce un utile strumento per la comprensione dei procedei di relazione: madre-bambino, analista-paziente, insegnante-allievo, operatore-utente. Il punto di vista nuovo è per così dire una psicoterapia di integrazione, che prende le mosse dal modello della Vegetoterapia carattero-analitica, iniziata dallo psicanalista austriaco Wilhelm Reich negli anni ‘20, fino a raggiungere le attuali formulazioni, che si poggiano su 18 anni di ricerca del Centro Studi Wilhelm Reich di Napoli e della Società Italiana di Vegetoterapia carattero-analitica e di Psicoterapia corporea. In esse non ha più senso parlare in modo troppo restrittivo di antitesi tra psiche e soma, tra mentale e verbale. Troppo spesso infatti il corpo è stato considerato o solo una metafora della psiche oppure solo una dolorosa presenza fisica nella malattia. Alcune psicoterapie ritengono che sarebbe sufficiente interagire con l’individuo soltanto attraverso processi di tipo mentale; per altre tecniche terapeutiche sembrerebbe che basti incidere meccanicamente soltanto sulla superficie corporea.

In realtà questi due aspetti, seconda la psicoterapia di integrazione, sono interconnessi a livelli molto profondi; infatti il corpo attraverso le sue alterazioni fisiologiche e muscolari è indubbiamente una memoria, della storia dell’individuo e della sua evoluzione psichica, così come il mentale memorizza a sua volta la storia del corpo attraverso i ricordi. Si tratta così di prendere in considerazione un modello più ricco e complesso che sappia scorgere, a più livelli, gli elementi patologici di sconnessione e di frattura sia tra le varie funzioni che costituiscono il Sé corporeo (non solo psiche e soma) sia all’interno di ciascuna funzione. D’altra parte la scoperta dei processi di funzionamento delle emozioni e delle loro vicissitudini nello sviluppo della personalità rimane uno dei punti centrali della vegetoterapia carattere-analitica. Così come d’importanza fondamentale resta lo studio del carattere come elemento difensivo globale e del suo risultato psicosomatico: l’irrigidimento della struttura muscolare quale meccanismo corporeo di controllo e di rimozione.

Il modello prevede l’esistenza di un complesso processo di stratificazione dei vissuti emozionali connessi alle esperienze corporee e a quelle di relazione con l’ambiente. Partendo dalle ipotesi di una struttura originaria a più funzioni, presenti tutte sin dall’inizio nel neonato, questo approccio si interessa soprattutto alla storia delle sconnessioni e delle alterazioni che possono intervenire tra i vari processi funzionali del Sé corporeo e all’interno del singolo piano, sia esso quello MUSCOLARE-POSTURALE, quello FISIOLOGICO (o degli apparati interni), quello EMOZIONALE, oppure quello COGNITIVO-SIMBOLICO. Gli eventi relazionali, le frustrazioni, i successi di adattamento all’ambiente, i rifiuti hanno effetti differenziati a seconda dell’intensità del vissuto e del modo in cui questo riesce o meno ad aprirsi. L’esito della relazione, a seconda del periodo evolutivo in cui esca si colloca, delle parti del corpo con cui viene manifestata e dei movimenti che la hanno determinata, produce una mappa di cambiamenti e modificazioni in tutti i livelli nei quali lo abbiamo suddiviso per comodità esplicativa.

Ne risulta, seppure non del tutto rifinito, uno strumento capace di comprendere gli accadimenti del campo transferale “allargato” da differenti visuali, con un potenziamento diagnostico, e in più con la possibilità di applicare il modello di intervento al di là del puro setting privato: e cioè anche nelle scuole, negli ospedali, nei consultori e nei processi formativi.