Psicoterapia Funzionale: Riconoscimento dei progetti di formazione.

Luciano Rispoli, 1992.

L’attenzione della  SlPs nei confronti dei delicati problemi attinenti la formazione in particolare la formazione in psicoterapia in ambito privato, risale a numerosi anni fa, ben prima che fosse approvata la leqge 56/89 sulla Psicologia. Lo dimostra, ad esempio, il lavoro svolto da una Commissione istituita dalla Divisione di Psicologia Clinica ad hoc, la quale produsse un documento su “La formazione post-universitaria deqli psicologi clinici in ambito privato” nel settembre 1987.


Nel documento si proponeva tra l’altro un protocollo di autopresentazione delle Scuole di Psicoterapia per la formazione di un Registro. Ne traspariva chiaramente (come nel resto del documento) l’esigenza che un “riconoscimento’ venisse dato a quei progetti formativi che, di là dell’immagine formale, avessero requisiti certi di serietà e rigore scientifico, con:

– una correttezza deontologica

– una ben definita tradizione di studi

– una esplicitazione esauriente dell’orientamento teoretico, del modello teorico specifico, del quadro epistemologico di riferimento

– una metodologia formativa in connessione con le teorie di riferimento

– un’attività non secondaria di ricerca e di formazione alla ricerca

Ma sin dal 1983 la SIPs aveva precocemente affrontato il problema, elaborando una linea culturale di estremo rigore in difesa dell’utenza da una parte e degli. Operatori seri. dall’altra, ma  anche di ampio respiro scientifico: sostenendo l’importanza e il peso (anche storico) delle strutture private di ricerca e formazione in psicoterapia; denunciando il pericolo di una eccessiva frammentazione dei modelli teorici, e di confusione tra mere tecniche e modelli teorici completi; spingendo per l’utilizzazione dei patrimonio di  risorse e conoscenze  dei tre poli della psicoloqia clinica (Università, Servizi territoriali, Scuole private) e per una feconda attivi di interazione tra di  essi.

I numerosi convegni (come quello del 1986 su. ‘Psicologi:  professionalità e modelli di formazione), , in vari Congressi  della Divisione Clinica (modelli psicologici e psicoterapia dell’85 e malattie  e psicotorapia de11’88) , nei congressi nazionale, fino alle iniziative dell’ultimo  triennio della Divisione Clinica, incentrato sulle aree teoriche e cliniche e sul problema della formazione postuniversitaria. (dai convegni in varie regioni italiane, ai vari documenti sulleAree teoriche, al libro “Psicoterapia e formazione”), si è elaborata, articolata ed  espressa questa linea culturale e scientifica della  SIPs ad alto profilo 

In questo senso, e con il peso di questa lunga tradizione alle spalle, la SIPs continua ad esprimere, anche in  questa fase delicata (ma urgente e necessaria) una linea di alto profilo, spingendo verso il riconoscimento solo di quei progetti formativi di solide dimensioni teoriche e di ampio respiro scientifico, e non verso un impossibile e riconoscimento di  centinaia di scuole, se consideriamo che queste sono poi abilitate a rilasciare un titolo equipollente a quello di una scuola universitaria (e inoltre per la prima volta in un paese come l’Italia dove l’Università è sempre stata un mostro sacro!). D’altra parte i Criteri della i Commissione Ministeriale per l’art.3 parlano chiaramente di riconoscimento dei progetti formativi e non delle singole scuole, le quali, dunque, possono collegarsi, consorziarsi tra di loro e con altre strutture (pubbliche o private), per raggiungere quei livelli e quelle reali capacità formative di grande levatura, che la SIPs e tutti gli operatori seri da anni vanno auspicando. Quello che la SIPs chiede non è dunque lo svilimento  della formazione, ma nemmeno l’esclusione di quelle realtà che, senza una forza istituzionale, o di tradizione, odi  immagine, esprimino però qualità e alti valori nella ricerca teorica e tecnica. La SIPs auspica fermamente  che i criteri utilizzati dalla Commissione per i riconoscimento dei progetti formativi in ambito privato, nonché la composizione della stessa, non debbano soggiacere ad alcun interesse di parte o di potere, e che a differenza de].desolante quadro politico che l’Italia oggi  ci mostra, la cultura scientifica  sappia preservarsi da tali logiche devianti, per conservare  quelle del merito, del rigore scientifico, nell’interesse della ricerca e dello sviluppo  della  scienza stessa, viste anche i ‘importanza e la ricaduta sociale o e culturale che il problema riveste.