Stress cronico: La creatività nell’impresa artigiana.

Luciano Rispoli, 1997.       

La creatività si dimostra come uno dei fattori centrali del successo e dello sviluppo dell’artigianato, ma quando l’organismo è stressato diminuisce quel complesso di pensieri, idee ed emozioni che permette di trovare soluzioni non solo efficaci ma anche gradevoli, originali, interessanti, attraenti.


Artigianato e creatività

E’ noto che le attività artigianali si contraddistinguono per la modalità in cui il prodotto viene realizzato, per quel valore specifico che un prodotto non di massa possiede, oltre che per la dimensione dell’impresa e la metodologia produttiva. Quello che è meno noto, e che in psicologia si sta mettendo sempre più a fuoco, è il valore della creatività all’interno del mondo dell’artigianato, o meglio le modalità attraverso cui la creatività può essere esaltata oppure viceversa essere depressa. Sgombriamo innanzitutto il campo dall’idea che la creatività sia necessaria unicamente per quelle attività produttive più legate all’uso della manualità e in particolare all’uso della manualità di tipo artistico. La creatività è un fattore fondamentale per tutta la piccola e piccolissima impresa, dal momento che questa non può contare su di un mercato “preparato” dalle grandi campagne pubblicitarie, su di un mercato che viene abituato (con un bombardamento continuativo) all’idea di un tale o di un tal’altro prodotto. In più, la piccolissima impresa è spesso un’azienda in cui l’abilità fondamentale a volte è sì quella di produrre ma altre volte soprattutto quella di vendere determinati prodotti. Ed allora la creatività deve potere sopperire alle massicce campagne pubblicitarie di aziende molto più grandi che possono permettersi metodi estensivi molto costosi. Oggi anche i grandi pubblicitari si stanno spostando (ma sempre relativamente) su messaggi più incentrati sulle qualità reali del prodotto; purtuttavia resta sempre grande la differenza tra la logica che muove le grandi imprese da quella delle piccole e piccolissime attività imprenditoriali e in particolare artigianali. A maggior ragione quest’ultima deve tutta incentrarsi sulla originalità del prodotto, sulla sua bontà, sulla limitatezza della produzione e diffusione vista come “pregio” e quindi sulle sue caratteristiche peculiari. Dunque la creatività si dimostra come uno dei fattori centrali del successo e dello sviluppo dell’artigianato; e a tutti i metodi che possono sostenerla ed incrementarla va accordata un’attenzione particolare.

Gli effetti dello stress sulla creatività

La ricerca sullo “stress e il mondo del lavoro” portata avanti negli ultimi anni sta mettendo in mostra come la creatività possa essere depressa quando si è accumulato troppo stress. Quando parliamo di fattori di stress nel campo lavorativo non vogliamo riferirci a elementi generici, quali lavoro eccessivo, compiti da affrontare e responsabilità, poiché queste sono condizioni normali nel lavoro. Intendiamo invece una condizione alterata dell’organismo che ha accumulato troppe condizioni negative e che alla fine non è più in grado di affrontare in modo pieno e creativo gli impegni di lavoro. Stiamo cioè parlando di una cronicizzazione dello stress dovuta a molteplici fattori psicofisici che man mano si stratificano e che alterano il nostro funzionamento normale senza che ce ne accorgiamo in modo chiaro e diretto. Ne avvertiamo solo i sintomi incipienti, oramai noti alla ricerca, e cioè: ansia anticipatoria, preoccupazioni eccessive, rimuginii sui medesimi punti; e ancora irritabilità, umore cupo, sensazioni di un futuro negativo, mancanza di voglia e di entusiasmo, difficoltà di concentrazione e decisione; e infine, sul versante più propriamente corporeo, giramenti di testa, sudorazioni improvvise, stanchezza eccessiva, dolori nei muscoli, insonnia, palpitazioni. In alcuni individui si possono presentare sintomi di un tipo piuttosto che di un altro, oppure si possono ritrovare qualcuno dei sintomi appartenenti ai vari gruppi; ma sono comunque segni di una alterazione complessiva in atto. E’ notorio che chi è colpito da stress cronico ha difficoltà a fornire risposte rapide ed efficaci alle situazioni che via via si presentano nella propria vita e nel proprio lavoro, nonché difficoltà nell’affrontare positivamente le relazioni sociali. Ma è di recente acquisizione il dato che collega lo stress cronico alla diminuzione della creatività, alla diminuzione cioè di quel complesso di pensieri, idee ed emozioni che permette di trovare soluzioni non solo efficaci ma anche gradevoli, originali, interessanti, attraenti. La condizione di stress abbassa notevolmente livelli che all’organismo appaiono non vitali, cioè non direttamente collegati alla sopravvivenza della persona. E’ come se in condizioni di emergenza l’organismo umano si potesse occupare solo di quelle attività che evitino un disastro completo, tralasciando tutto ciò che rappresenta “un di più”; tralasciando quindi soprattutto le capacità immaginative, il senso estetico, l’intuizione, il desiderio di cercare novità, la voglia di entusiasmarsi. La creatività dunque ne fa le spese; e non solo, come si è visto, in senso stretto, ma nel senso generale e più ampio di creare: di un creare realtà economiche e produttive, di un creare idee, di un creare nuove relazioni, di un creare nuove modalità.

Misurazione e interventi sullo stress

Fortunatamente (recentissima acquisizione della scienza) oggi abbiamo gli strumenti per misurare lo stato di stress di un organismo umano, attraverso un metodo di misurazione diretto che valuta tutte le componenti che concorrono alla formazione di questa alterazione: psicologiche, biologiche e fisiologiche. D’altra parte lo stress non è una condizione che si instaura improvvisamente ma è un accumularsi di piccole alterazioni, oggi chiaramente rilevabili per tempo ad un esame diagnostico specialistico. Dunque non bisogna più aspettare che la persona sia “esplosa” ma è possibile intervenire tempestivamente per sciogliere le alterazioni in atto e per invertire il processo di stress orientando l’individuo verso un rafforzamento del benessere e della pienezza creativa. E questo, nel mondo dell’artigianato, acquista una colorazione di rilevanza centrale, al di là delle disposizioni e delle norme che pure sono previste per la prevenzione dello stress sul lavoro dalla legge 626 del ‘94. D’altra parte la ricerca, affinandosi sempre di più, oggi permette di programmare interventi estremamente calibrati sulle singole situazioni, e quindi interventi che possono essere realizzati con relativa semplicità e facilità. Gli interventi si suddividono in due ambiti principali: quello sulle persone e quello sull’ambiente di lavoro. Nel primo ambito, oltre ad una precisa e facile misurazione della dimensione stress-benessere, sono state messe a punto recenti metodologie che in poco tempo modificano la situazione di stress e riportano verso il benessere e la creatività, con un uso integrato di tecniche di rilassamento, respirazione, massaggi, immagini, suoni.

L’altra metodologia di intervento consiste in una sistemazione dell’ambiente e delle modalità lavorative, dove piccole modificazioni, piccoli accorgimenti, permettono di evitare l’accumularsi dello stress e migliorano notevolmente il benessere del lavoro. E non solo le classiche disposizioni di luci o le fonti di rumore a determinare una difficoltà lavorativa, ma tanti piccoli elementi legati all’ambiente, all’arredo, alle percezioni, alle posizioni e ai movimenti, all’organizzazione dei processi, alle relazioni interpersonali, al senso di soddisfazione. Certo, come vedremo in un successivo scritto, ci vogliono sostegni decisi e forti perché l’artigianato rifiorisca e si sviluppi in pieno. Ma in una situazione in cui gli aiuti “dall’alto” saranno sempre meno probabili è altrettanto importante che cambino le piccole imprese dall’interno e le loro capacità: il modo di lavoro, la logica del successo, la capacità di conquistare il mercato, l’originalità delle produzioni. E’ necessario che l’attenzione nell’impresa artigiana sia rivolta a trovare nuove idee, sia rivolta ad utilizzare al massimo le risorse di sensibilità, intelligenza e creatività che non mancano certo nelle nostre terre.