Luciano Rispoli psicoterapeuta: Intervista Human Trainer.

Pubblicata sul sito di psicologia-psicoterapia.it, 2007.

Prof. Luciano Rispoli

Psicologo, psicoterapeuta, creatore della psicologia Funzionale e di un modello Integrato di psicoterapia, trainer e formatore in Italia e all’estero. Fondatore e Presidente della Societa’ Italiana e di Psicoterapia Funzionale (SIF) e della EIPF (Ecole Internationale de Psycotherapie Fonctionnelle a Parigi – Escuela Internacional de Psicoterapia Funcional in Messico).


 Intervista a Luciano Rispoli

1) Prof. Rispoli, puo’ spiegarci brevemente, il concetto di “Funzione“?

L’ottica del moderno Funzionalismo nasce come necessita’ di andare oltre la dicotomia corpo-mente, e di soddisfare un’esigenza di multidimensionalita’ fortemente avvertita nell’accostare insieme intervento verbale e non verbale in psicoterapia. Nasce anche come esigenza di reperire un paradigma nuovo che permettesse di andare oltre i vari approcci psicoterapeutici esistenti, in uno sguardo complessivo che non trascurasse gli aspetti messi a fuoco dalle varie teorie cliniche. Per far questo era necessario un vero e proprio salto epistemologico, con una concezione che prendesse in considerazione non le parti di un organismo umano, ne’ le sue strutture, e neppure le categorie mente-corpo, ma qualcosa che potesse rappresentare al contempo il tutto e i dettagli, e che cogliesse il funzionamento di fondo alla base della vita umana.

Questo qualcosa di diverso era nel concetto di Funzione.

Il Se’ puo’ essere visto come organizzazione di tutte le Funzioni dell’organismo umano: i ricordi, il simbolico, le fantasie, le immagini, la progettualita’, il tempo, la razionalita’; ma anche le emozioni; ed anche i movimenti, le posture, la forma del corpo; nonche’ le sensazioni, la tensione muscolare, il sistema respiratorio; e ancora il sistema neurologico, il sistema neurovegetativo, il sistema immunitario. Le rappresentazioni mentali o i movimenti del corpo sono altrettante Funzioni, che fanno parte insieme a tante altre Funzioni di un sistema piu’ ampio e complesso che non si limita solo al “mentale” o al “corporeo”. Le Funzioni non sono parti, pezzi dell’organismo; prendendole in considerazione non si corre il rischio di parcellizzare ancora una volta l’unitarieta’ della persona, dal momento che e’ l’intera unita’ e globalita’ del Se’ che si esprime e che si rivela ogni volta in tutte le sue varie Funzioni. E ogni Funzione e’ importante al pari di tutte le altre per la costituzione e lo sviluppo del Se’.

2) Quali innovazioni ha portato la psicologia Funzionale nel campo della ricerca nello sviluppo dell’infanzia?

La psicologia Funzionale considera il bambino come una persona completa sin dall’inizio, con tutte le Funzioni pienamente esistenti (anche se in modo piu’ semplice che nell’adulto), nella quale corpo e mente sono integrati, tutti i livelli del Se’ sono integrati, gia’ dalla nascita. Inoltre, con la Psicologia Funzionale abbiamo potuto studiare in modo nuovo lo sviluppo del bambino, individuando cosi’ per la prima volta i funzionamenti di fondo, cioe’ quei funzionamenti che sono alla base del suo crescere armonico, equilibrato e vitale. Questi funzionamenti sono le Funzioni, ma anche le Esperienze di Base, cioe’ i mattoni su cui si costruisce la vita degli esseri umani, ovvero le modalita’ con cui si concretizzano i bisogni primari del bambino, e le sue capacita’ di agire e vivere in modo pienamente adeguato alla realta’.

3) Quando si parla di recuperare e ricostruire le “Esperienze Basilari del Se'”, cosa si intende?

Il primo punto che ci colpisce quando si parla di terapia riguarda il dove si va a modificare il funzionamento del paziente. Esistono due modalita’ fondamentali di concepire l’intervento terapeutico: ci sono terapie che agiscono sui comportamenti, sugli eventi esterni (cosi’ diversi in tutte le possibili differenti situazioni); e c’e’, invece, un modo di intendere la terapia che interviene sui funzionamenti a monte (validi in tutti i casi particolari della vita). Utilizzare le Esperienze di Base del Se’ in terapia e’ proprio andare a incidere sui funzionamenti che sono all’origine e alla radice dei vari comportamenti, delle varie e diverse situazioni. Se dobbiamo ricostruire la capacita’ di Contatto, non andremo a rincorrere le varie situazioni specifiche: di Contatto con i figli, con il partner, con gli amici, con i genitori, o con i colleghi di lavoro. Non andremo a rincorrere i vari episodi in cui il Contatto e’ stato buono o non buono, se e’ stato migliore con l’amico, o con il coniuge; in questa o in quell’altra circostanza. Andremo piuttosto a intervenire sulla Capacita’ di Contatto, pura e semplice: il Contatto per il Contatto, il Contatto che il bambino, la bambina, conoscevano bene prima di arrivare al disagio; il Contatto che ogni organismo vivente che funziona sa percepire e aprire. Andremo a recuperare la Capacita’ di Contatto carente e alterata, nel suo funzionamento di base. Dopodiche’ la persona sapra’ utilizzare questa Capacita’ di Contatto di fondo in tutte le situazioni: potra’ mettere il Contatto nell’amore, nell’amicizia, nella propria famiglia, nel sesso, nel lavoro. L’intervenire alle “origini” ha due vantaggi di notevole rilievo. Lavorando con le Esperienze di Base e intervenendo sul nucleo profondo della persona, non si e’ costretti a rintracciare tutti gli eventi della vita passata in cui quella Esperienza di Base era implicata. Un secondo vantaggio altrettanto importante riguarda le tecniche terapeutiche. Agendo sulle Esperienze di Base, sui funzionamenti di fondo, si possono utilizzare tecniche chiare, dirette, lineari, tecniche che hanno la semplicita’ che contraddistingue i funzionamenti di fondo. Nelle fasi del cambiamento piu’ intenso e delicato non useremo simulazioni e immaginazioni per modificare le tracce del passato; nessuna “finzione” da parte del paziente o da parte del terapeuta puo’ veramente produrre cambiamenti; non ci sono scene recitate ne’ “come se” che possano avere risultati davvero profondi e stabili. Bisogna invece modificare realmente e concretamente le tracce che gli eventi del passato hanno lasciato, bisogna agire sui funzionamenti profondi, di base, della persona.

E questo rende la terapia molto piu’ efficace, e nello stesso tempo limpida nelle sue tecniche e semplificata nei suoi processi (ancorche’ complessa nel suo quadro generale). Le tecniche per modificare i funzionamenti di fondo diventano, cosi’, estremamente precise, e molto evidenti nei loro effetti. La terapia e’ complessa nel suo insieme (perche’ esistono numerose Esperienze di Base da ricostruire) ma semplice e lineare nella sua logica e nei suoi processi.

4) In che modo, secondo lei, i modelli di vita di oggi, influiscono sullo stato di salute psicofisica degli individui?

I modelli di vita di oggi influiscono innanzitutto sull’infanzia, e in modo molto profondo.
I bambini e i ragazzi di oggi sono bombardati da modelli di successo a tutti i costi, di possesso, di bellezza e perfezione fisica; e dunque per loro e’ molto difficile sentirsi veramente adeguati a questi modelli, e avere il tempo di crescere, di trovare la propria strada, di acquisire poco a poco capacita’ e competenze. Inoltre, tutto e’ sempre piu’ veloce, computer e videogiochi insegnano accelerazioni, facendo perdere lentezza, calma, piacere del movimento ampio, piacere del contatto. Infine, violenza e aggressivita’ sono presenti in modo sempre piu’ aspro e massiccio nei film, in televisione, nei videogiochi, e stanno producendo una corrispondente crescita di violenza e aggressivita’ nei comportamenti umani. Tutto questo ha conseguenze molto gravi nei bambini e negli adolescenti , ma produce guasti anche negli adulti: sempre meno si rispetta la vita, la natura, l’altro, le norme di convivenza. Gli unici valori che rimangono, invece di vivere e percepire la vita, sono solo quelli di accaparrare denaro, potere, oggetti di consumo, e di sopraffare gli altri.

5) In quali campi la teoria Funzionale puo’ essere applicata?

Ci sono applicazioni estremamente interessanti non solo nella psicoterapia ma anche nella prevenzione e negli interventi sociali. Oggi e’ possibile avere dei segnali molto precoci che sono “predittivi” di problemi e patologie che possono colpire piu’ tardi bambini e adolescenti. La psicologia Funzionale ci permette di realizzare interventi di prevenzione e riequilibrio delle disarmonie e delle alterazioni nascenti in modo molto mirato, profondo ed efficace. Ma le applicazioni sono anche altre, numerose ed estremamente interessanti e promettenti. Si possono studiare a fondo i meccanismi dello stress cronico e reperire nuove metodologie di intervento, per scioglierli e curarli in modo molto efficace. Si puo’ guardare al mondo del lavoro e alle aziende, individuando i processi del “benessere” al suo interno, che, finalmente, possono far convergere su una base comune lavoratori e imprese. Si possono affrontare con la terapia o il counseling problematiche di coppia, di famiglia, di gruppi, di equipe, di istituzioni e di intere citta’. Il segreto e’ in una nuova visione, capace di individuare ed avere accesso ai funzionamenti di fondo (che sono caratteristici di ogni organismo vivente individuale o collettivo), per poter effettuare diagnosi molto approfondite e specifiche, e progettare interventi mirati, dettagliati ed estremamente efficaci (proprio perche’ permettono di cambiare i funzionamenti di fondo e non comportamenti e atteggiamenti piu’ superficiali).

6) Prof. Rispoli, lei forma allievi anche all’estero. Le vorremmo chiedere: quali sono a suo modo di vedere le differenze piu’ marcate tra il mondo della psicoterapia in Italia, e fuori dal nostro paese?

Indubbiamente oggi in Italia c’e’ una legge tra le piu’ avanzate esistenti, che pone su un piano di grande dignita’ scientifica la psicoterapia e le strutture che formano a questa elevata e delicata professionalita’. In altri paesi c’e’ ancora confusione tra interventi che aiutano le persone a vari livelli e la psicoterapia. Ma anche in Italia andrebbe posta molta piu’ attenzione alla ricerca scientifica. La psicoterapia del futuro, come ho proposto in un Congresso Internazionale da me organizzato a Napoli nel 2002, ha un grande compito: riunire insieme l’universo frastagliato e confuso della “terapia” e aprire la strada a interventi a tutto tondo, mente-corpo. Tutto cio’ ci porrebbe in grado, finalmente, non solo di curare veramente le persone, ma anche di dar vita a un cambiamento sociale e culturale che potrebbe aprire finalmente una strada nuova per salvaguardare e proteggere le future generazioni, per portarle su livelli di salute e di armonia indispensabili alla vita e indispensabili alla sopravvivenza degli esseri umani. Potrebbe essere il solo modo per avere serie speranze di salvare il pianeta e l’umanita’

7) Sappiamo che la Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale ha in corso vari progetti di ricerca, tra cui uno sulla ‘correlazione tra stress e malattie’. Se e’ possibile, ci potrebbe illustrare quali sono state ad oggi le novita’, ed i risultati piu’ significativi della ricerca?

Le Ricerche in atto nella nostra Scuola sono diverse, perché io considero indispensabile progredire sempre più sul piano scientifico in modo da rendere sempre più efficaci sia gli interventi curativi che quelli di prevenzione. E’ proprio in questo ambito che si pone la ricerca su stress e patologie stress-correlate, volta a ritrovare particolari modalità con cui lo stress si presenta in differenti malattie (chiaramente collegate allo stress). I primi risultati ci dicono che per ogni tipo di malattia esiste una modalità caratteristica di stress, che possiamo oggi misurare grazie alle nostre nuove strumentazioni. Ciò permetterebbe di calcolare per ogni persona in che area di rischio di malattia si trova (o a quale area tende ad avvicinarsi), per poi intervenire con metodologie ben precise e calibrate al fine di invertire la tendenza e allontanare il soggetto da quel rischio.

8) In un congresso tenutosi a Giugno di questo anno, Lei ha tenuto un’intervento dal titolo: “Funzionamenti di fondo e risorse sui vari piani psico-corporei del Se’ nel bambino disabile”. Puo’ riassumerci brevemente i punti salienti del suo intervento?

Lo sguardo multidimensionale della psicologia Funzionale ha permesso di guardare al bambino nella sua globalità psiche-soma e in tutti i suoi funzionamenti. E questo ha permesso di accertare che ci sono delle “alterazioni secondarie” nel bambino disabile, non collegate direttamente agli organi compromessi. Sono funzionamenti che il bambino ha dovuto iper-sviluppare come compensazione ai suoi problemi, come vicarianti delle sue “mancanze”: un eccessivo controllo visivo in chi ha difficoltà motorie, movimento a scatti della testa per i non vedenti, e così via. E’ dunque possibile, prima ancora di accanirsi sulle funzioni colpite dalla disabilità, aiutare questi bambini a riarmonizzare questi funzionamenti di “iper-compensazione”. E’ già da questo potrebbe sviluppare grandi potenzialità altrimenti soffocate, serenità e giocosità di vita, fiducia nel poter superare gli inevitabili ostacoli nella propria esistenza. Inoltre è indispensabile dare a questi bambini un aiuto che permetta loro di sentirsi una volta tanto non spinti a fare sempre sforzi, attraverso un guardarli, apprezzarli, tenerli, farli stare sotto un caloroso e riposante senso di protezione. Solo dopo un “rigenerarsi” di questo tipo è possibile riprendere con vigore, efficacia e serenità la lotta per la vita.

9) Siamo rimasti colpiti dal titolo di una delle sue pubblicazioni, “Il sorriso del corpo e i segreti dell’anima”, titolo che immagino sottindenda una stretta relazione tra corpo e mente, concetto importante nella Psicologia Funzionale. Puo’ spiegarci come e’ avvenuta la scelta di questo titolo per il suo libro, ed il significato che esso racchiude?

Certo, è la storia del rapporto tra mente e corpo nella vita dell’essere umano, a partire dal periodo prima della nascita in avanti. Ma il titolo vuole esprimere qualcosa di più. Vuole dire che troppo spesso ci sono racchiuse al nostro interno pieghe di sofferenze e di dolore, depositate da antiche vicende. Sono questi grumi, che vanno aperti, per arrivare a capire e sciogliere i segreti del nostro animo, per riaprire al sorriso della vita che troppo spesso manca. E a volte, la via più efficace per accedere al profondo è proprio il nostro corpo, attraverso i suoi funzionamenti a livello motorio e posturale, ma anche fisiologico (sistema immunitario, respiratorio, circolatorio, neurovegetativo, etc.). Ma aprire al sorriso della vita significa anche arrivare ad una spiritualità profonda, ad un’anima che deve poter innalzarsi a visioni più ampie, senza trascurare la salute del corpo, o per meglio dire il benessere pieno e completo della persona.

10) Possiamo dire che la nascita della Psicologia Funzionale risale al ’68 ed e’ stata elaborata presso il Vostro Istituto, quasi 40 anni di attivita’ e ricerca. Quali sono stati i “passaggi” piu’ significativi avvenuti nella storia della Psicologia Funzionale dal ’68 ad oggi?

Le prime intuizioni mi hanno poi portato ad avventurarmi in questo mondo affascinante, ma sempre progredendo su acquisizioni scientifiche ben fondate. Sono stati questi i passaggi più significativi: smettere di procedere per suggestioni, immagini coreografiche non verificate, elementi puramente simbolici. Mi sono imbattuto in un mondo di collegamenti e connessioni tra i vari livelli psicocorporei del Sé molto precisi, concreti, reali. Non era dunque il corpo (concetto troppo vago e impreciso) ad essere importante (come tuttora pensa la Body-Psychotheray), ma i funzionamenti di fondo della persona nella sua interezza, il modo di funzionare che produce poi idee, comportamenti e atteggiamenti. E svolte sono venute con le scoperte delle Funzioni del Sé e delle Esperienze di Base che si attraversano dall’infanzia in avanti, e che determinano il nostro modo di funzionare anche da adulti. E’ stato come arrivare alle fonti di un fiume importante, e capire perché il fiume prende questa o quella direzione; e come si fa per fargliele cambiare in modo semplice e complesso allo stesso tempo. Oggi conosciamo gran parte di tutti questi funzionamenti, e dunque possiamo capire cosa è accaduto alla persona, come intervenire e cosa succede quando interveniamo in modo preciso e dettagliato.